«Almeno 130.000 lavoratori a rischio nell’immediato, mentre la coda lunga della crisi picchierà duro anche nei prossimi mesi con contraccolpi sui settori del welfare, dei trasporti, del turismo e dell’export. Le misure di supporto alle imprese ipotizzate dal governo sono del tutto insufficienti e vanno potenziate al più presto». È il grido d’allarme di Alleanza Cooperative (Agci, Confcooperative, Legacoop). «Le misure di contenimento del Coronavirus stanno paralizzando Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che sono la locomotiva economica del Paese. Gli effetti sono drammatici per imprese e lavoratori. Se allarghiamo lo sguardo all’intero mondo imprenditoriale occorreranno 10 miliardi di ammortizzatori sociali, per tutte le imprese del territorio nazionale colpite e non solo per quelle della zona rossa».
«Il bilancio è drammatico. Molti i settori sotto assedio. Nel welfare, nelle cooperative sociali e sanitarie che si dedicano ai servizi alla persona sono 65.000 gli occupati interessati a causa della chiusura di asili nido, dell’impossibilità di assistere a domicilio anziani e persone affette da disabilità. In forte difficoltà le cooperative di trasporto merci dove si assiste alla paralisi di molte piattaforme logistiche con merci che restano ferme in attesa di carico e scarico, con un impatto che va al di là delle aree rosse. Alle difficoltà della logistica si aggiungono quelle delle cooperative di trasporto passeggeri che vedono annullati molti collegamenti. Complessivamente le cooperative di trasporto vedono interessati oltre 18.000 lavoratori. Pesante la situazione anche nel facility management per via dello stop a servizi di mensa e pulizie che coinvolgono 26.000 lavoratori a cui si aggiungono i 4.000 esuberi dell’internalizzazione dei servizi di pulizia nelle scuole a partire dal 1 marzo (una beffa che tra i vari danni da sola vale almeno 18 milioni di Naspi senza accordo sindacale). In fortissima sofferenza le cooperative impegnate nel turismo, nello spettacolo e nella gestione del patrimonio artistico e culturale con oltre 21.000 lavoratori. In molti casi si tratta di imprese che già lottano contro i ritardi di pagamento della PA la paralisi delle attività rischia di essere un peso insostenibile».
«Accusa battute d’arresto l’export agroalimentare con il rischio reale di blocco delle filiere della produzione e della trasformazione sia dell’agroalimentare sia del comparto marittimo e della pesca. Sull’export registriamo – conclude la nota dell’Alleanza – l’ostruzionismo di molti paesi europei e non solo che richiedono certificazioni di salubrità dei prodotti non solo previste, ma addirittura inesistenti».