Cara Presidente, Caro Presidente
sta per concludersi un anno che ci ha portato difficoltà, dolori e sacrifici che mai avremmo pensato di vivere. La storia è piena di cronache su epidemie che, nei secoli, hanno messo in ginocchio intere comunità, in periodi che però a noi sembravano remoti e lontani dalla nostra vita.
Invece, abbiano dovuto fare i conti con la stessa tragedia, trasversale come quelle antiche ma più globale.
Mentre Ti scrivo, leggiamo degli ulteriori scenari ipotizzati dal Governo per arginare una possibile disastrosa terza ondata dei contagi. Sarà quindi un periodo non festoso quello che ci apprestiamo a vivere ma sento ugualmente, ancor più del solito, la necessità di provare a stare vicini.
Gli auguri quest’anno sono diversi dal solito: c’è prima di tutto l’augurio di ritrovarci presto di persona, di poterci stringere la mano e progettare insieme piani per il futuro.
C’è l’augurio di avere accanto le persone importanti e gli affetti più profondi e di riuscire a dare conforto, compagnia e serenità a quanti non potremo vedere perché lontani.
E c’è l’augurio di sconfiggere, tutti insieme, ognuno col proprio piccolo ma importante contributo, questa calamità che coinvolge tutti.
La cooperazione non ha fatto mancare le sue forze in tanti comparti dell’economia del Paese, in tanti ambiti di prossimità, nelle città e nelle aree interne.
Tanti di noi hanno faticosamente, ma senza sosta, continuato a svolgere le loro attività, sia per alleviare direttamente le sofferenze delle persone, sia per facilitare la vita di chi non ha mai smesso di lavorare, studiare, assistere gli altri.
Di questo dobbiamo essere umilmente orgogliosi e dobbiamo prendercene il merito perché solo la riconoscenza crea sapienza.
E sappiamo quanto ci servirà, d’ora in poi, saper utilizzare le competenze e saper sanare le fragilità che abbiamo tutti imparato a riconoscere.
Le cooperatrici e i cooperatori di questo Paese, e del mondo intero, hanno affrontato, e lo stanno ancora facendo, la crisi sanitaria, economica e sociale in cui siamo immersi con la tenacia e la generosità che ci hanno tramandato i padri pionieri. Che di tragedie ne avevano conosciute diverse e, per questo, avevano affinato lo strumento cooperativo fino a consegnarci esperienze e patrimoni collettivi di un valore inestimabile.
Oggi tocca a noi saper costruire su queste fondamenta, già così solide, le risposte giuste e sensibili ai nuovi contesti che si stanno definendo.
Confcooperative non ha mai smesso, anche in questo anno complesso, di esercitare il suo ruolo di rappresentanza e di vigilanza, ha promosso bandi per sostenere imprese cooperative giovani e di comunità oltre ai Workers Buyout e la riconversione e la ripartenza di quelle più fragili, ha rafforzato le sue competenze per essere un interlocutore qualificato presso le Istituzioni, nazionali e internazionali, sui tavoli di negoziazione sindacale e, in generale, in ogni contesto dove la cooperazione può e deve fare la differenza.
Il mio ultimo pensiero va alle tante cooperatrici e ai tanti cooperatori che più degli altri stanno soffrendo perché costretti a tenere chiuse le proprie attività. A loro va il nostro sostegno e la nostra vicinanza.
In conclusione, il mio augurio è di continuare a fare bene il mestiere che abbiamo scelto perché siamo attori importanti della vita del Paese, siamo alleati leali della buona economia, compagni di strada delle comunità alle quali apparteniamo e lavoriamo tutti per una equità economica e sociale.
Auguro a Te e alle persone che Ti sono care un sereno periodo di festività che Ti permetta anche di pensare e progettare il futuro che ci attende.