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Marco Marcocci rieletto presidente di Confcooperative Lazio

Confcooperative Lazio sceglie la continuità. Presso il Palazzo della cooperazione di via Torino a Roma i delegati delle 710 cooperative aderenti all’associazione di categoria premiano con un secondo mandato il presidente uscente Marco Marcocci. 

venerdì 22 marzo 2024

Confcooperative Lazio sceglie la continuità. Presso il Palazzo della cooperazione di via Torino a Roma i delegati delle 710 cooperative aderenti all’associazione di categoria premiano con un secondo mandato il presidente uscente Marco Marcocci. 

 

Sarà lui dunque a rappresentare per un altro quadriennio un movimento che a 50 anni dalla sua fondazione oggi dà voce a 106.500 soci e 33.390 lavoratori, che insieme arrivano a generare un fatturato aggregato di 2,1 miliardi di euro. In quattro anni, nonostante la pandemia e la crisi economica, la forza lavoro è aumentata del 17,8% e il valore aggiunto del 17,7%. In proporzione Confcooperative Lazio ha corso più di tutta la regione messa assieme, vedendo crescere il Pil prodotto del + 5,1% contro il + 3,7% complessivo.

 

«Siamo una risorsa economica e sociale importante per la nostra regione - afferma il presidente rieletto Marcocci -. Valorizziamo il lavoro rosa e la managerialità femminile: il 62% dei nostri occupati è donna e il 44% delle cooperative associate è a guida femminile (contro il 21,8% del dato di Roma e provincia delle imprese). Rendiamo inoltre i nostri soci protagonisti, contando che il 67,9% degli addetti è anche socio della cooperativa in cui presta lavoro. Noi non siamo in grado di delocalizzarci. La vicinanza ai territori è testimoniata dalla nostra presenza in oltre il 70% dei comuni del Lazio. Che siamo una risorsa importante per la regione lo ha detto anche il governatore Francesco Rocca, che ha promesso di aprire subito dopo Pasqua un tavolo di confronto sul nodo contratti: se l’aumento degli stipendi dei professionisti impiegatin elle cooperative socio sanitarie è una buona notizia per l’intero settore, occorre che le istituzioni adeguino i prezzi dei servizi per coprire l’aumento dei costi del lavoro »