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Turismo esperienziale, la persona al centro

Esperienza, autenticità, memorabilità, personalizzazione. È l’era del turismo esperienziale, di quella innovativa forma di turismo che va a toccare corde intime e potenti e che, a differenza del turismo tradizionale, si basa soprattutto su quanto rimane a livello emotivo da un viaggio o un’escursione.

lunedì 15 gennaio 2024

I social media in questo senso ci dicono molto, proprio perché basati sulle emozioni (spesso divisive) e su esperienze che si cercano sempre più "uniche". Pensiamo, ad esempio, ai weekend dedicati ai "tramonti più belli" o a "degustazioni di cibi antichi". Quale il risultato di un weekend o di un soggiorno di questo tipo? Poter raccontare, a voce o con foto e video, un’esperienza che si presuppone altri possano non aver mai fatto.

Un turista, per esempio, può vivere un'esperienza turistica imparando a conoscere una nuova cultura o una nuova lingua. L'esperienza sarà quindi principalmente fondata sulla scoperta di sé. E rimarrà al turista un patrimonio di incredibile importanza.
Ma come possiamo, in sintesi, dare una visuale preliminare del turismo esperienziale? Ecco 4 punti:

 

  • È basato sull'esperienza. Ciò comporta che il turista non si configura più come un semplice spettatore, ma diventa protagonista attivo dell'esperienza.
  • È coinvolgente. Tutti i sensi del turista sono coinvolti, e ne deriva un’esperienza totalizzante e capace di restare nella memoria.
  • È autentico. L'esperienza deve essere autentica e genuina, e questo si lega il più delle volte a viaggi e/o attività che coinvolgano culture, manifestazioni e tradizioni locali.
  • È personalizzato. Cucito a mano sulle esigenze e sugli interessi del turista: un’esperienza che sia uguale per tutti mancherebbe nel requisito della specificità.


Parlando di turismo sostenibile ci avventuriamo nell’uso di un acronimo: ROX. Che altro non è se non Return on Experience. Possiamo infatti dire che il turista o comunque il fruitore di un’esperienza turistica cerca un ritorno sull’investimento che si basi sull'esperienza. Si cerca, si scandaglia fra le offerte turistiche e si trova, spesso anche non in canali tradizionali ma ormai consueti come i social, quella che soddisfa queste esigenze. Che ha le maggiori possibilità di tramutare l’investimento economico (e umano) in un’esperienza.

Ma perché il turismo esperienziale è così in crescita? E perché attecchisce in diverse fasce di età, oltre a quella giovanile? Inutile, ma forse nemmeno troppo, dire che le tecnologie digitali e i social in particolare hanno reso più facile trovare e prenotare esperienze turistiche, e hanno anche contribuito a diffondere la cultura del turismo esperienziale. Con foto e soprattutto video capaci di raccontare l’esperienza in maniera enormemente accattivante.

E come sappiamo bene ormai ogni social ha la sua fascia di età e il suo target. Da Facebook fino a TikTok, ogni formato può adattarsi alle diverse fasce di età, toccando corde e sensibilità diverse. Declinandole in buyer personas e quindi in intenzioni di acquisto. Quello esperienziale è un turismo che si può raccontare, mostrare e definire come unico. Perché racconta molto di noi e di come viviamo le esperienze che facciamo. Di come nutriamo le emozioni e il nostro tempo libero. Di come scegliamo di ricordare.

Confcooperative Lazio, seguendo questo trend e credendo fortemente in un turismo che doni emozioni e restituisca esperienze da ricordare, ha dato vita a RomaInsieme. Fortemente voluta dalla Federazione Cultura Turismo e Sport, RomaInsieme con le sue passeggiate e visite guidate nel cuore della città eterna, mette al centro le sensazioni e l’esperienza del turista.
Scopri RomaInsieme ->https://lazio.confcooperative.it/News/Primo-piano/anche-il-2024-232-romainsieme-passeggiate-e-visite-guidate

 

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